Da sempre coltivato negli orti familiari in questa zona di collina/inizio pianura della valle del Senio e del Santerno era il pranzo dei braccianti agricoli che con un pugno di bulbi di scalogno, un pezzo di pane raffermo e un fiasco di Sangiovese affrontavano la giornata lavorativa della mietitura.
In dialetto romagnolo viene chiamata “Scalogna” e un detto dice che negli anni ’60 era ritenuta una coltivazione dei poveri e che quindi portasse sfortuna.
Nel 1992 dopo una cena a base di scalogno, in casa di un agricoltore di Riolo Terme, alla cui tavola erano stati invitati il sindaco e i rappresentanti della Proloco si è dato inizio alla riscoperta di questo prodotto unico.
Nel luglio dello stesso anno, spronati dalla Proloco, alcuni agricoltori hanno partecipato alla prima sagra con il prodotto che avevano nell’orto e il successo fu tale che nel 1997 lo Scalogno Di Romagna si è potuto fregiare del riconoscimento del marchio Igp.